Il coronavirus è arrivato in Italia perché siamo ricchi
22 Febbraio 2020
A voler vedere il lato positivo ad ogni costo, la diffusione del coronavirus in Italia è almeno indice del fatto che anche il nostro paese è industrializzato e al centro degli scambi internazionali. I paesi che hanno un ruolo più marginale e vivono una situazione di isolamento rispetto agli scambi e all’assetto geopolitico internazionale possono stare relativamente più tranquilli. Non un caso, a tal proposito, il fatto che il virus si sia diffuso nelle regioni più ricche d’Italia, e – pare – che il paziente zero in ritorno dalla Cina fosse un manager di una multinazionale. Avere un ruolo meno marginale negli scambi internazionali (il nostro paese è la terza economia in Europa) può avere anche i suoi effetti “collaterali”. Una fra queste, la predisposizione a un maggiore coinvolgimento a rischi di portata internazionale come quello della diffusione di malattie infettive ad alta trasmissibilità.
Le persone in equipaggiamento protettivo aspettano di entrare in un aereo Boeing dell’Aeronautica Militare Italiana con 8 degli italiani che sono stati bloccati a Wuhan con misure di quarantena per contenere il coronavirus, all’aeroporto militare Mario De Bernardi di Pratica di Mare, a sud di Roma, Italia, 09 Febbraio 2020.
ANSA/Massimo Percossi
Presidente cinese Xi Jinping con mascherina
Un’immagine pubblicata dall’agenzia di stampa Xinhua mostra il presidente cinese Xi Jinping, anche segretario generale del Comitato centrale del Partito comunista cinese (CPC) e presidente della Commissione militare centrale, che ispeziona il nuovo lavoro di prevenzione e controllo della polmonite da coronavirus a Pechino, Cina, 10 Febbraio 2020. Xi ha visitato la comunità Anhuali, nel distretto di Chaoyang di Pechino, per conoscere la prevenzione e il controllo dell’epidemia a livello primario e l’offerta di beni di prima necessità. Ha anche esteso i suoi saluti ai residenti e agli operatori della comunità
Una mamma cerca di proteggere dal corona virus i suoi figli
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