Transgender ucraine bloccate al confine? Combattessero come le altre donne. Fuggire è da vigliacchi.
Leggo su un po’ di giornali che “centinaia” di donne transgender ucraine nel tentativo di fuggire dal paese sarebbero state rispedite indietro a causa di documenti non rettificati, che le riporterebbero ancora come di sesso maschile.
Si allude a presunte eccessive difficoltà del percorso, all’iter burocratico e quant’altro, previsto dall’Ucraina. E’ pressoché lo stesso che c’è in Italia, ma tralasciamo questo punto.
Si parla di “categoria” a rischio, si livella la condizione di transgender al pari di altre vittime della guerra. Sostanzialmente si utilizza questa “categoria” come crogiolo dentro al quale riporre il bisogno di rivolgere all’esterno questo immenso senso di pietà che alcuni hanno dentro di sé.
Queste ultime persone potranno così sentirsi meglio, scollandosi della pietà per non ammettere, forse, di provarla per loro stesse.
Il punto è che la realtà è completamente diversa, al di là dell’egemonia narrativa delle persone trans come sole povere vittime da compatire, e all’occorrenza da sfruttare come strumento utile agli interessi di chi è in politica. Questa narrazione, che viene veicolata dalla sinistra ma non solo, è totalmente deviante, semplicemente bugiarda, decisamente vomitevole.
Chi è transgender e ha due gambe e due braccia può combattere come gli altri, esattamente al fianco delle altre donne e uomini che stanno lottando contro gli assassini della dittatura di Putin.
“Transgender” o “lgbt” non è una categoria, ma una condizione del tutto trascurabile in relazione al dovere della difesa della libertà, così come avere gli occhi azzurri o marroni, i capelli castani o rossi. Essere transgender non implica un impedimento alla lotta per la libertà. Mi risulta tra l’altro esistere un battaglione LGBT attualmente operativo per la difesa territoriale dell’#Ucraina contro i criminali invasori.
E, prima che a qualcuno possa saltare in mente, non sto sostenendo che essere obbligati dalla legge a combattere sia giusto. La mia è una condanna morale.
Vorrei far presente che, esattamente, colui che “evitando ogni difficoltà o pericolo o anche subendo passivamente sopraffazioni e prepotenze dai più forti” è la definizione della parola vigliacco in lingua italiana.
d. l.
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