ROMA. Il suo nome è Carmen. Ha 54 anni. Viene dalla Romania, più precisamente da Piatra Neamt, a nordest del paese. Dice di non avere genitori, e che suo marito, sua sorella e suo fratello sono morti. Parla un italiano claudicante, ma quello che racconta sembra avere un senso perché Piatra Neamt è conosciuta per la presenza di tre (antichi) orfanotrofi dove migliaia di bambini vengono abbandonati ogni anno. Nei quali, a quanto si apprende dai quotidiani, i giovani vivrebbero ancora in condizioni tutt’altro che gradevoli.
Carmen è arrivata a Roma in pullman e dal 2 luglio di quest’anno e vive su una panchina di Largo Preneste, assieme a tutti i suoi affetti personali. Ha con se una valigia, delle pentole, alcuni piatti e bicchieri. “I commercianti del luogo mi aiutano dandomi sempre qualcosa da mangiare”, dice, mentre mostra un cartone con alcuni pezzi di pizza che le sono stati donati. “La mattina in un bar mi offrono del caffé per cinque centesimi. Ma è difficile mangiare quando non c’è nessuno che ti aiuta”, afferma.
“La polizia mi ha chiesto più volte di andare via, ma non so dove andare perché non ho una casa e non ho soldi. Sanno che io non rubo e non do’ fastidio alle persone, così mi hanno fatto rimanere qui.”, racconta. Dice di non essere ortodossa come la maggior parte dei romeni, ma cattolica. “Dio è uno, se rubi ti vede, io non ho mai rubato in vita mia. Se ti comporti bene prima o poi verrai premiato”, afferma mentre sistema delle coperte sopra alle assi di legno della panchina. Le ha già preparate per quando comincerà a fare più freddo. Prima di addormentarsi utilizza dei nastri per legare a sé la sua valigia, per evitare che qualcuno le porti via qual poco che ha.




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