Io, trans, ho fatto 22 euro vendendo la copia di Libero che “offendeva” i gay

Cala il PIL aumentano i gay Libero quotidiano

Certo non sarò diventata ricca, ma dietro a questo fatto c’è una grande lezione di realtà. Quella che porta il libero mercato a sbarazzarsi dei pregiudizi in favore della soddisfazione dei consumatori. E’ così che io, donna transgender, ho guadagnato 22 euro grazie a un giornale che si credeva ci attaccasse.

Una premessa. Lungi da me dal credere che quel titolo di Libero del 23 gennaio 2019C’è poco da stare allegri, calano fatturato e PIL ma aumentano i gay“, “Gli unici a non sentire crisi sono gli omosessuali: crescono in continuazione” fosse denigrante verso gli omosessuali (le provocazioni vanno considerate per quello che sono). Voglio fingere di credere, solo per questo momento, che per me lo fosse. Io, donna transgender, non ho perso tempo in hashtag, minchiate social e improbabili richieste di chiusura del giornale dirette all’Ordine dei giornalisti, bensì ho pensato di acquistare due copie del quotidiano proprio in virtù della particolare visibilità mediatica che quel titolo stava ottenendo.

Ho pensato, pochi giorni più tardi, di inserire la copia del giornale, nuovo, in vendita sul mio negozio su Ebay al prezzo di 50 euro. Diversi mesi più tardi, il primo interessato comincò a fare delle proposte. Ci accordammo per 22 euro spedizione compresa. Il paradosso? Io, donna transgender, ho guadagnato 22 euro grazie al giornale che ci attaccava. Non è molto, certo, ma a voler considerare la vendita in termini percentuali, si tratta sempre del 1500% in più rispetto al prezzo di acquisto.

   

 

Nel bel mezzo della contrattazione

       

A dimostrazione della genuinità del libero mercato, come Von Mises insegnava, esso non guarda alla tua identità di genere, al tuo orientamento sessuale, alla tua etnia o al fatto che sei ricco o povero, ma soltanto se sai soddisfare i consumatori meglio e con migliore efficienza degli altri. Non so chi fosse l’acquirente disposto a spendere quella somma per la copia di Libero quotidiano, se fosse omofobo, o semplicemente un amante delle bizzarie giornalistiche, ma a dire il vero non mi interessa. Il giornale è spedito, e l’unica cosa di cui mi importa è che giunga correttamente a destinazione. Dopo di che, finita questa benedetta quarantena, mi godrò quei 22 euro andando a mangiare del sushi. E mentre assaporerò quel cibo che tanto amo, non potrò evitare di ringraziare, col pensiero, il direttore Pietro Senaldi per avermi dato questa piccola opportunità.

 

Il pagamento ricevuto
Il pagamento ricevuto

 

 

 

LaMeteora.info

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1 Commento

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  • E’ davvero piacevole ritrovare un’aspirante economista, come me, tra le fila della comunità trans! Apprezzo molto l’approccio e il messaggio che vuoi lanciare attraverso questo tuo articolo. Anche io credo fortemente in determinati meccanismi socio-economici per favorire l’inclusione delle persone trans: meccanismi tipici del mercato che non hanno sesso, istituzionalizzazione delle persone trans come stakeholder, istruzione come garanzia di maggior reddito e maggior probabilità a ricoprire cariche di potere o pubbliche e conseguente forma di legittimazione, parlare e stare in politica (mutuando dall’economia la stretta relazione economia-politica) per cambiare le cose attraverso le leggi e i provvedimenti economici quali la previdenza sociale attraverso i quali portare un nuovo approccio e una nuova visione, parlare e sporcarsi le mano con la politica, di chi sono i leader mondiali anti-trans, come combatterli attraverso le dinamiche tipiche della politica e delle istituzioni dove, questi leader, si sono inseriti e sono dei maghi (vedi Orban e il veto nel far legare il recovery fund al rispetto dello stato di diritto). Un approccio diverso, certo, ma è pur sempre un non limitarsi al semplice Pride.